mercoledì 31 dicembre 2008
Benvenuti in FUSS!
Benvenuti in FUSS!
Mar, 02/06/2007 - 18:42 da admin
Disponibile al download Fuss 3.0 - Nyala
Free Upgrade Southtyrol's Schools (FUSS) è un progetto finanziato dal Fondo Sociale Europeo che ha aggiornato i sistemi informatici di tutte le scuole italiane della Provincia Autonoma di Bolzano, sostituendo i software con licenza proprietaria utilizzati nell'attivita' didattica con la distribuzione GNU/Linux FUSS Soledad, sviluppata all'interno del progetto e rilasciata con licenza libera.
L'idea di fondo del progetto è pensare l'informatica come strumento trasversale per l'insegnamento e non solo come disciplina specifica o come semplice addestramento all'utilizzo di alcuni pacchetti software, fornendo in questo modo un valido supporto alla didattica.
In conformità a questa scelta distribuiamo a studenti, docenti e famiglie il software utilizzato a scuola, favorendo in questo modo una cultura informatica basata sulla condivisione e la diffusione delle conoscenze.
http://www.fuss.bz.it/
LINUX@SCHOOL
l Progetto Linux@School realizzato in collaborazione con il MIUR e con il Politecnico di Milano si propone l'obiettivo di diffondere la conoscenza riguardo al mondo del Software Libero nella scuola con particolare riferimento al sistema operativo Linux.
Il progetto prevede l'implementazione di un insieme di strumenti tecnologici e di servizio basato su piattaforme per l'apprendimento a distanza e sulla disponibilità di accesso remoto a sistemi Linux complessi in modo da permettere esercitazioni e sperimentazioni guidate.
ATTORI
* 21 Istituti superiori partecipanti al progetto pilota
* Fondazione IBM – coordinamento complessivo del progetto
* MIUR – coordinamento didattico e organizzativo
* IBM Italia – fornitura tecnologie e servizi
* Politecnico di Milano – Monitoraggio e Tutoring
OBIETTIVI
* diffondere negli Istituti Scolastici la conoscenza sul mondo Opensource e dell'ambiente Linux;
* offrire a studenti e docenti l'opportunità di eseguire test e attività sperimentali, costruire contenuti didattici e, più in generale, contribuire al miglioramento dei processi di insegnamento;
* promuovere all'interno della scuola lo studio, lo sviluppo e la documentazione di soluzioni che favoriscano la nascita di comunità virtuali;
* permettere la sperimentazione di una modalità flessibile ed economica di accesso remoto a sistemi e servizi informatici.
ISTITUTI PARTECIPANTI
* ITIS A. MONACO - COSENZA
* IPSIA G. FERRARIS - S. MARIA DI CATANZARO (CZ)
* ITIS GIORDANI - NAPOLI
* ITIS O. BELLUZZI - BOLOGNA
* ITIS A. MALIGNANI - UDINE
* ITC E. TOSI - BUSTO ARSIZIO(VA)
* LICEO SCIENTIFICO STATALE A. TOSI - BUSTO ARSIZIO (VA)
* IPSCT P.SRAFFA - CREMA (CR)
* IIS SOBRERO - CASALE MONFERRATO (AL)
* ITIS G. VALLAURI - FOSSANO (CN)
* ITIS G. FAUSER NOVARA
* ITIS OMAR - NOVARA
* ITIS E. MAJORANA - GRUGLIASCO (TO)
* ITC C. VIVANTE - BARI
* ITC ROMANAZZI - BARI
* IPSIA A. MEUCCI - CAGLIARI
* IPSIA E. MEDI - PALERMO
* IPSACT G. MATTEOTTI - PISA
* IPSS A. CASAGRANDE - TERNI
* IIS C. ANTI - Villafranca di VERONA (VR)
* ITS ZUCCANTE - MESTRE (VE)
http://www.pubblica.istruzione.it/innovazione/progetti/linux.shtml
martedì 30 dicembre 2008
lunedì 29 dicembre 2008
venerdì 26 dicembre 2008
mercoledì 24 dicembre 2008
Richiesta di apertura di sezione scolastica a Tempo Pieno
Consigli per chiedere (e possibilmente ottenere)
nuove sezioni di Tempo Pieno nell’Era della Gelmini
Alcuni suggerimenti per i genitori e gli insegnanti che vogliono intraprendere
il percorso per attivare nuove sezioni a Tempo Pieno
In questa situazione nella quale il ministro Gelmini sta tentando di tagliare 132.000 posti di lavoro nei prossimi tre anni, pensare di iniziare una campagna per aiutare i genitori a richiedere ed ottenere nuove sezioni a Tempo Pieno nella scuola elementare o dell’infanzia sembra velleitario.
Eppure - come ai tempi dell’istituzionalizzazione e della diffusione di questo modello - il bisogno e la determinazione dei genitori e degli insegnanti possono realizzare quello che le scelte politiche non intendono concedere esplicitamente. E poi, non l’ha dichiarato Berlusconi che noi contestatori della “riforma” eravamo solo dei visionari e che “l’intento del governo era quello di aumentare il Tempo Pieno del 50%”? Bene, ora li mettiamo alla prova.
Vediamo l’iter.
Prima di tutto teniamo presente che la richiesta del Tempo Pieno è collettiva e pubblica, e che più numerosi sono soggetti vengono coinvolti e contattati esplicitamente in questa richiesta, più aumentano le possibilità di successo non solo per i richiedenti ma anche per altri gruppi di genitori nelle stesse condizioni.
Il modello scolastico muta in risposta a due richieste: quelle di genitori e quelle di insegnanti.
Le richieste degli insegnanti vengono discusse e deliberate in Collegio Docenti che è l’organo che delibera in materia di didattica.
Il Consiglio di Circolo/Istituto, poi, deve decidere con delibera il mutamento di modello scolastico o l’offerta della nuova classe 1^ a tempo pieno.
Le richieste dei genitori dovrebbe trovare ascolto attraverso il Consiglio di Circolo/Istituto e nel momento delle iscrizioni.
Quindi per mutare modello didattico delle classi (e a maggior ragione delle classi prime) occorre il consenso degli insegnanti e il gradimento dei genitori. Quando queste due istanze propongono insieme l’attivazione del Tempo Pieno ai relativi organi collegiali non dovrebbero sussistere problemi. Ma quando la proposta parte solo dai genitori è necessario attivarsi presto affinché venga recepita dal dirigente che la inoltri agli organi collegiali e che poi predisponga modelli di iscrizione adatti a verificare tale bisogno. Inoltre il dirigente deve verificare le condizioni logistiche con l’assessorato locale per la predisposizione della mensa.
Per questa prima fase di richiesta abbiamo messo a punto un modello di Richiesta di apertura di una nuova sezione (in calce a questo documento) con cui i genitori chiedono ufficialmente e collettivamente l’attivazione della nuova sezione a tutti i soggetti istituzionali coinvolti.
Spesso i dirigenti non si pongono con atteggiamento di ascolto rispetto a queste esigenze e quindi i gruppi di docenti o di genitori che vogliono proporre il Tempo Pieno devono contare sulle loro forze. Il Collegio Docenti può discutere e votare sui modelli didattici quando sia incluso tale tema all’ordine del giorno, sennò possono chiedere che venga messo all’ordine del giorno con la raccolta di 1/3 delle firme dei componenti del collegio. I genitori possono agire sia attraverso i propri rappresentanti nel Consiglio di Circolo/Istituto, sia chiedendo incontri con il dirigente scolastico, sia raccogliendo e rendendo pubbliche istanze firmate da gruppi di genitori.
Ricordiamo comunque che è il Consiglio di Circolo/Istituto l’organo decisionale per la formazione di una nuova classe a Tempo Pieno o per il cambiamento di modello scolastico (e non il dirigente che è soltanto un membro del consiglio e non ha in questo caso poteri decisionali).
Il Consiglio esamina le proposte del Collegio, le approva o, a seconda dei casi, le modifica o le rigetta.
Il Consiglio può deliberare con piena legittimità anche in assenza di una proposta del Collegio Docenti; è però consigliabile che la delibera sia in linea con i criteri contenuti nel piano dell’offerta formativa (P.O.F).
Solitamente le istanze firmate da gruppi di genitori hanno peso maggiore se sono rese pubbliche e indirizzate a tutti i soggetti in qualche modo coinvolti (Dirigente, Presidente del Consiglio di Istituto, Assessore, Dirigente del Ufficio Scolastico Provinciale, Ufficio Scolastico Regionale). Inoltre la pubblicità viene assicurata dagli organi di informazione (ogni presentazione di istanze andrebbe resa anche pubblica con conferenze stampa) e dalla circolazione autogestita dell’informazione (volantini dati agli altri genitori e affissi fuori dalle scuole, banchetti, comunicazioni fatte circolare sui siti amici come questo da cui avete scaricato queste informazioni).
Fare presto questi passi potrebbe portare - nel caso della buona volontà delle controparti - all'approvazione del nuovo modello di classe a Tempo Pieno e quindi alla preparazione di un modello di iscrizione coerente, con la possibilità di scegliere le 40 ore.
Qualora ciò non avvenga occorre che i genitori rilancino la loro richiesta in sede di iscrizioni.
Attualmente stiamo ancora attendendo la circolare sulle iscrizione del ministero e sono in forma di bozza e in continua evoluzione molti regolamenti attuativi delle novità collegate alla Legge 133 (quella dei tagli). È però tuttora in vigore la legge 176/2007 che sancisce la legittimità del modello a Tempo Pieno e quindi è obbligo dell'amministrazione di dare la possibilità di esprimere la preferenza per questo modello di scuola all'interno del modulo di iscrizione, anche se l'organizzazione dei modelli orari della scuola non lo prevedesse esplicitamente. Dove quindi il modello di iscrizione predisposto dalla scuola non dovesse comprendere l'opzione del Tempo Pieno sarà necessario che i genitori compilino modelli aggiuntivi come quelli predisposti dal CordTempoPieno per rendere effettivo questo diritto. Solo in questo modo l'effettivo bisogno di tempo pieno potrà venire misurato dall'amministrazione. Ovviamente anche questo passaggio avrà più forza se fatto pubblicamente.
Se si verificheranno queste condizioni, il dirigente scolastico avrà l'obbligo - sulla base delle iscrizioni - di richiedere personale sufficiente per aprire la nuova sezione... se non lo richiederà lo si dovrà incalzare anche perché il suo è un atto dovuto, mentre se lo richiederà la palla passerà al ministero che deciderà tra aprile e maggio se assegnare il personale necessario (attraverso l’Ufficio scolastico Regionale e il Centro Servizi Amministrativi).
Scuola elementare
Richiesta di apertura di sezione scolastica a Tempo Pieno
Al Dirigente del Circolo/Istituto ........…………..……….Scuola………........……………………
e per suo tramite al Collegio dei Docenti dell’Istituto
Al Presidente del Consiglio di Istituto della suddetta Istituzione Scolastica
Al Direttore dell’USP della provincia di .........………………….…………………
Al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della regione ………………………….….
Al Ministro dell’Istruzione Pubblica Fioroni
All’Assessore all’Istruzione del Comune di …………………………….…………….
All’Assessore all’Istruzione della Regione…………………………….
I sottoscritti genitori di bambini/e in età di obbligo scolastico per l'anno 2009/10
RICHIEDONO
l’apertura di sezioni di scuola elementare a Tempo Pieno (due insegnanti su una classe, 40 ore settimanali, 4 ore di compresenza)*
La richiesta ha motivazioni sia pedagogiche (didattica a tempi distesi, socializzazione, possibilità di svolgere attività laboratoriali) sia sociali (necessità di avere i bambini in strutture pubbliche e di qualità per famiglie con lavori sempre più precari e flessibili).
La richiesta fa riferimento alle possibilità esplicitamente previste dalla Legge 25 ottobre 2007 – n. 176 e regolamentate dalla CM n. 114 del 14 dicembre 2007.
Disponibili alla costruzione comune di questa importante opportunità didattica e sociale per i nostri bambini, chiediamo di poter incontrare i responsabili in indirizzo. Contattare il referente dei genitori: …………………………………………………..
Cordiali saluti, data……………………………………
Nome e Cognome
Firma
* [per le scuole medie sostituire con “A Tempo Prolungato”]
Moduli integrativi a tutela del diritto dei genitori al Tempo Pieno e Prolungato
A cura del COORDINAMENTO NAZIONALE IN DIFESA DEL TEMPO PIENO E PROLUNGATO
c/o Cesp Bo – cespbo@iperbole.bologna.it via San Carlo, 42 Bologna - tel 051.241336 fax 051.3371864
Tutti i materiali su www.cespbo.it
Scuola dell’Infanzia
Richiesta di apertura di sezione scolastica a Tempo Normale (Tempo Pieno, due insegnanti, su una sezione, 40 ore settimanali, 5 ore di compresenza)
Al Dirigente del Circolo/Istituto ........…………..……….Scuola………........……………………
e per suo tramite al Collegio dei Docenti dell’Istituto
Al Presidente del Consiglio di Istituto della suddetta Istituzione Scolastica
Al Direttore dell’USP della provincia di .........………………….…………………
Al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della regione ………………………….….
Al Ministro dell’Istruzione Pubblica Fioroni
All’Assessore all’Istruzione del Comune di …………………………….…………….
All’Assessore all’Istruzione della Regione…………………………….
I sottoscritti genitori di bambini/e in età dai 3 ai 6 anni per l'anno 2009/2010
RICHIEDONO
l’apertura di sezioni di scuola dell’Infanzia a tempo normale (Tempo Pieno, due insegnanti su una sezione, 40 ore settimanali, 5 ore di compresenza)*
La richiesta ha motivazioni sia pedagogiche (didattica a tempi distesi, socializzazione, possibilità di svolgere attività laboratoriali) sia sociali (necessità di avere i bambini in strutture pubbliche e di qualità per famiglie con lavori sempre più precari e flessibili).
La richiesta fa riferimento alle possibilità esplicitamente previste dal T.U. 297/94 Articoli 99 - 104 e seguenti, nonché successive modifiche ed integrazioni.
Disponibili alla costruzione comune di questa importante opportunità didattica e sociale per i nostri bambini, chiediamo di poter incontrare i responsabili in indirizzo. Contattare il referente dei genitori: …………………………………………………..
Cordiali saluti,
data……………………………………
Nome e Cognome
Firma
Moduli integrativi a tutela del diritto dei genitori al Tempo Pieno e Prolungato
A cura del COORDINAMENTO NAZIONALE IN DIFESA DEL TEMPO PIENO E PROLUNGATO
c/o Cesp Bo – cespbo@iperbole.bologna.it via San Carlo, 42 Bologna - tel 051.241336 fax 051.3371864
Tutti i materiali su www.cespbo.it
www.cespbo.it/testi/2008_4/moduli_sezioni.doc
nuove sezioni di Tempo Pieno nell’Era della Gelmini
Alcuni suggerimenti per i genitori e gli insegnanti che vogliono intraprendere
il percorso per attivare nuove sezioni a Tempo Pieno
In questa situazione nella quale il ministro Gelmini sta tentando di tagliare 132.000 posti di lavoro nei prossimi tre anni, pensare di iniziare una campagna per aiutare i genitori a richiedere ed ottenere nuove sezioni a Tempo Pieno nella scuola elementare o dell’infanzia sembra velleitario.
Eppure - come ai tempi dell’istituzionalizzazione e della diffusione di questo modello - il bisogno e la determinazione dei genitori e degli insegnanti possono realizzare quello che le scelte politiche non intendono concedere esplicitamente. E poi, non l’ha dichiarato Berlusconi che noi contestatori della “riforma” eravamo solo dei visionari e che “l’intento del governo era quello di aumentare il Tempo Pieno del 50%”? Bene, ora li mettiamo alla prova.
Vediamo l’iter.
Prima di tutto teniamo presente che la richiesta del Tempo Pieno è collettiva e pubblica, e che più numerosi sono soggetti vengono coinvolti e contattati esplicitamente in questa richiesta, più aumentano le possibilità di successo non solo per i richiedenti ma anche per altri gruppi di genitori nelle stesse condizioni.
Il modello scolastico muta in risposta a due richieste: quelle di genitori e quelle di insegnanti.
Le richieste degli insegnanti vengono discusse e deliberate in Collegio Docenti che è l’organo che delibera in materia di didattica.
Il Consiglio di Circolo/Istituto, poi, deve decidere con delibera il mutamento di modello scolastico o l’offerta della nuova classe 1^ a tempo pieno.
Le richieste dei genitori dovrebbe trovare ascolto attraverso il Consiglio di Circolo/Istituto e nel momento delle iscrizioni.
Quindi per mutare modello didattico delle classi (e a maggior ragione delle classi prime) occorre il consenso degli insegnanti e il gradimento dei genitori. Quando queste due istanze propongono insieme l’attivazione del Tempo Pieno ai relativi organi collegiali non dovrebbero sussistere problemi. Ma quando la proposta parte solo dai genitori è necessario attivarsi presto affinché venga recepita dal dirigente che la inoltri agli organi collegiali e che poi predisponga modelli di iscrizione adatti a verificare tale bisogno. Inoltre il dirigente deve verificare le condizioni logistiche con l’assessorato locale per la predisposizione della mensa.
Per questa prima fase di richiesta abbiamo messo a punto un modello di Richiesta di apertura di una nuova sezione (in calce a questo documento) con cui i genitori chiedono ufficialmente e collettivamente l’attivazione della nuova sezione a tutti i soggetti istituzionali coinvolti.
Spesso i dirigenti non si pongono con atteggiamento di ascolto rispetto a queste esigenze e quindi i gruppi di docenti o di genitori che vogliono proporre il Tempo Pieno devono contare sulle loro forze. Il Collegio Docenti può discutere e votare sui modelli didattici quando sia incluso tale tema all’ordine del giorno, sennò possono chiedere che venga messo all’ordine del giorno con la raccolta di 1/3 delle firme dei componenti del collegio. I genitori possono agire sia attraverso i propri rappresentanti nel Consiglio di Circolo/Istituto, sia chiedendo incontri con il dirigente scolastico, sia raccogliendo e rendendo pubbliche istanze firmate da gruppi di genitori.
Ricordiamo comunque che è il Consiglio di Circolo/Istituto l’organo decisionale per la formazione di una nuova classe a Tempo Pieno o per il cambiamento di modello scolastico (e non il dirigente che è soltanto un membro del consiglio e non ha in questo caso poteri decisionali).
Il Consiglio esamina le proposte del Collegio, le approva o, a seconda dei casi, le modifica o le rigetta.
Il Consiglio può deliberare con piena legittimità anche in assenza di una proposta del Collegio Docenti; è però consigliabile che la delibera sia in linea con i criteri contenuti nel piano dell’offerta formativa (P.O.F).
Solitamente le istanze firmate da gruppi di genitori hanno peso maggiore se sono rese pubbliche e indirizzate a tutti i soggetti in qualche modo coinvolti (Dirigente, Presidente del Consiglio di Istituto, Assessore, Dirigente del Ufficio Scolastico Provinciale, Ufficio Scolastico Regionale). Inoltre la pubblicità viene assicurata dagli organi di informazione (ogni presentazione di istanze andrebbe resa anche pubblica con conferenze stampa) e dalla circolazione autogestita dell’informazione (volantini dati agli altri genitori e affissi fuori dalle scuole, banchetti, comunicazioni fatte circolare sui siti amici come questo da cui avete scaricato queste informazioni).
Fare presto questi passi potrebbe portare - nel caso della buona volontà delle controparti - all'approvazione del nuovo modello di classe a Tempo Pieno e quindi alla preparazione di un modello di iscrizione coerente, con la possibilità di scegliere le 40 ore.
Qualora ciò non avvenga occorre che i genitori rilancino la loro richiesta in sede di iscrizioni.
Attualmente stiamo ancora attendendo la circolare sulle iscrizione del ministero e sono in forma di bozza e in continua evoluzione molti regolamenti attuativi delle novità collegate alla Legge 133 (quella dei tagli). È però tuttora in vigore la legge 176/2007 che sancisce la legittimità del modello a Tempo Pieno e quindi è obbligo dell'amministrazione di dare la possibilità di esprimere la preferenza per questo modello di scuola all'interno del modulo di iscrizione, anche se l'organizzazione dei modelli orari della scuola non lo prevedesse esplicitamente. Dove quindi il modello di iscrizione predisposto dalla scuola non dovesse comprendere l'opzione del Tempo Pieno sarà necessario che i genitori compilino modelli aggiuntivi come quelli predisposti dal CordTempoPieno per rendere effettivo questo diritto. Solo in questo modo l'effettivo bisogno di tempo pieno potrà venire misurato dall'amministrazione. Ovviamente anche questo passaggio avrà più forza se fatto pubblicamente.
Se si verificheranno queste condizioni, il dirigente scolastico avrà l'obbligo - sulla base delle iscrizioni - di richiedere personale sufficiente per aprire la nuova sezione... se non lo richiederà lo si dovrà incalzare anche perché il suo è un atto dovuto, mentre se lo richiederà la palla passerà al ministero che deciderà tra aprile e maggio se assegnare il personale necessario (attraverso l’Ufficio scolastico Regionale e il Centro Servizi Amministrativi).
Scuola elementare
Richiesta di apertura di sezione scolastica a Tempo Pieno
Al Dirigente del Circolo/Istituto ........…………..……….Scuola………........……………………
e per suo tramite al Collegio dei Docenti dell’Istituto
Al Presidente del Consiglio di Istituto della suddetta Istituzione Scolastica
Al Direttore dell’USP della provincia di .........………………….…………………
Al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della regione ………………………….….
Al Ministro dell’Istruzione Pubblica Fioroni
All’Assessore all’Istruzione del Comune di …………………………….…………….
All’Assessore all’Istruzione della Regione…………………………….
I sottoscritti genitori di bambini/e in età di obbligo scolastico per l'anno 2009/10
RICHIEDONO
l’apertura di sezioni di scuola elementare a Tempo Pieno (due insegnanti su una classe, 40 ore settimanali, 4 ore di compresenza)*
La richiesta ha motivazioni sia pedagogiche (didattica a tempi distesi, socializzazione, possibilità di svolgere attività laboratoriali) sia sociali (necessità di avere i bambini in strutture pubbliche e di qualità per famiglie con lavori sempre più precari e flessibili).
La richiesta fa riferimento alle possibilità esplicitamente previste dalla Legge 25 ottobre 2007 – n. 176 e regolamentate dalla CM n. 114 del 14 dicembre 2007.
Disponibili alla costruzione comune di questa importante opportunità didattica e sociale per i nostri bambini, chiediamo di poter incontrare i responsabili in indirizzo. Contattare il referente dei genitori: …………………………………………………..
Cordiali saluti, data……………………………………
Nome e Cognome
Firma
* [per le scuole medie sostituire con “A Tempo Prolungato”]
Moduli integrativi a tutela del diritto dei genitori al Tempo Pieno e Prolungato
A cura del COORDINAMENTO NAZIONALE IN DIFESA DEL TEMPO PIENO E PROLUNGATO
c/o Cesp Bo – cespbo@iperbole.bologna.it via San Carlo, 42 Bologna - tel 051.241336 fax 051.3371864
Tutti i materiali su www.cespbo.it
Scuola dell’Infanzia
Richiesta di apertura di sezione scolastica a Tempo Normale (Tempo Pieno, due insegnanti, su una sezione, 40 ore settimanali, 5 ore di compresenza)
Al Dirigente del Circolo/Istituto ........…………..……….Scuola………........……………………
e per suo tramite al Collegio dei Docenti dell’Istituto
Al Presidente del Consiglio di Istituto della suddetta Istituzione Scolastica
Al Direttore dell’USP della provincia di .........………………….…………………
Al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della regione ………………………….….
Al Ministro dell’Istruzione Pubblica Fioroni
All’Assessore all’Istruzione del Comune di …………………………….…………….
All’Assessore all’Istruzione della Regione…………………………….
I sottoscritti genitori di bambini/e in età dai 3 ai 6 anni per l'anno 2009/2010
RICHIEDONO
l’apertura di sezioni di scuola dell’Infanzia a tempo normale (Tempo Pieno, due insegnanti su una sezione, 40 ore settimanali, 5 ore di compresenza)*
La richiesta ha motivazioni sia pedagogiche (didattica a tempi distesi, socializzazione, possibilità di svolgere attività laboratoriali) sia sociali (necessità di avere i bambini in strutture pubbliche e di qualità per famiglie con lavori sempre più precari e flessibili).
La richiesta fa riferimento alle possibilità esplicitamente previste dal T.U. 297/94 Articoli 99 - 104 e seguenti, nonché successive modifiche ed integrazioni.
Disponibili alla costruzione comune di questa importante opportunità didattica e sociale per i nostri bambini, chiediamo di poter incontrare i responsabili in indirizzo. Contattare il referente dei genitori: …………………………………………………..
Cordiali saluti,
data……………………………………
Nome e Cognome
Firma
Moduli integrativi a tutela del diritto dei genitori al Tempo Pieno e Prolungato
A cura del COORDINAMENTO NAZIONALE IN DIFESA DEL TEMPO PIENO E PROLUNGATO
c/o Cesp Bo – cespbo@iperbole.bologna.it via San Carlo, 42 Bologna - tel 051.241336 fax 051.3371864
Tutti i materiali su www.cespbo.it
www.cespbo.it/testi/2008_4/moduli_sezioni.doc
lunedì 22 dicembre 2008
Istat, l'11% delle famiglie italiane vive in condizioni di povertà di Claudio Tucci.
Nel 2007, in Italia, vivono 2 milioni e 653mila famiglie in condizioni di povertà relativa. Si tratta dell'11,1% del totale delle famiglie residenti che, presto, potrebbero crescere di un ulteriore 8% di nuclei "a rischio", con consumi, cioè, prossimi o superiori di appena il 10% alla soglia standard di povertà. Che per una famiglia di 2 persone equivale a 986,35 euro di spesa media mensile (in aumento dell'1,6% rispetto alla linea del 2006). Complessivamente, nel nostro Paese, esistono 7 milioni e 542mila italiani poveri, il 12,8% dell'intera popolazione. Situazione peggiore nel Sud, dove l'incidenza della povertà relativa è 4 volte superiore alla media nazionale e tra le famiglie più numerose, in particolare, con 3 o più figli, soprattutto, minorenni. A rivelarlo è l'annuale indagine dell'Istat sulla povertà relativa in Italia, condotta su un campione di 28mila famiglie, presentata, a Roma, nella sede dell'istituto, che evidenzia una sostanziale stabilità, tra il 2006 e il 2007, dell'incidenza della povertà relativa delle famiglie italiane, ancora fortemente associata a scarsi livelli d'istruzione e all'assenza del posto di lavoro.
Segmento emergente della povertà italiana sono, poi, i profili professionali bassi (i cosiddetti working poor) e tra le donne, spicca il peggioramento di condizione delle signore anziane sole e delle donne separate con i figli a carico. «In Italia - spiega Linda Laura Sabbadini, dirigente di ricerca dell'Istat - c'è un serio problema di povertà dei minori che non è conosciuto nel resto d'Europa». Sabbadini annuncia, poi, come l'Istat stia ultimando un indicatore della povertà assoluta, che andrà indietro, anche, di 2/3 anni, da affiancare a quello relativo, per poter così fotografare, nel complesso, il fenomeno povertà nel nostro Paese.
Dalla ricerca emerge, poi, come oltre un quinto delle famiglie con 5 o più componenti si trovino in condizione di povertà relativa. Una percentuale che sale a un terzo nel Mezzogiorno. Ma, anche, la difficoltà a trovare lavoro o un'occupazione qualificata determina livelli di povertà più elevati. In generale, spiegano dall'Istituto, le famiglie con componenti occupati presentano incidenze di povertà più contenute, ma se all'interno del nucleo vi sono persone in cerca di occupazione, il disagio assume una forte rilevanza: ben il 19,9% di queste famiglie, per lo più coppie con 2 e 3 figli, vivono in condizioni di povertà.
Sostanzialmente, negli ultimi 5 anni, l'incidenza di povertà in Italia è rimasta stabile, anche se, spiegano dall'Istat, tra chiari e scuri. Un peggioramento si assiste tra le tipologie familiari che tradizionalmente presentano una bassa diffusione del fenomeno povertà, soprattutto, famiglie di 3 componenti e con persone anziane a carico. Colpa, soprattutto, del caro vita e della forte crisi dei consumi registrata in questi ultimi tempi. Anche se, spiegano dall'Istat, il fenomeno ha interessato non solo i poveri, ma tutti i segmenti della popolazione e, quindi, la povertà relativa è rimasta pressocché identica. Segnali di miglioramenti, invece, si osservano tra le famiglie di monogenitori e tra le famiglie con a capo un lavoratore autonomo, specialmente, se in proprio. Tra le note migliori, spicca il deciso miglioramento, nel Mezzogiorno, tra le famiglie con 5 o più componenti, in particolare, coppie con 3 o più figli e con 3 o più figli minori. Ma è un aumento, sottolineano dall'Istat, dovuto, probabilmente, agli interventi a sostengo dei figli disposti in questi anni, come sgravi fiscali, detrazioni e assegno al terzo figlio. Insomma, nel Sud la povertà resta forte e si tratta di un fatto dai connotati sempre più gravi.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2008/11/istat-poverta.shtml?uuid=6c1281d0-aa64-11dd-9c6a-39fa5cb05797&DocRulesView=Libero
La povertà relativa in Italia
http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20081104_00/
domenica 21 dicembre 2008
Scompare il modulo. Resta il tempo pieno (ma quale?) di Gianni Gandola e Federico Niccoli
Il Consiglio dei ministri ha approvato la bozza di schema di regolamento “Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione ai sensi dell’art.64 del Dl n.112/2008”, già presentata alle Regioni.
Questa volta occorre riconoscere che – per quanto riguarda la scuola primaria - molte nebbie si sono diradate e che le recenti dichiarazioni del ministro Gelmini hanno avuto un seguito. Ma vediamo di sottolineare, in sintesi, alcuni passaggi significativi.
1. Innanzi tutto è chiaro, in via definitiva, che “il tempo scuola della primaria è svolto secondo il modello dell’insegnante unico o prevalente che supera il precedente assetto del modulo e delle compresenze” (art.4, comma 3). Senza ombra di dubbio questo è il modello pedagogico di riferimento della scuola elementare. Si decreta pertanto la fine dell’organizzazione modulare, vale a dire del modello introdotto dalla legge di riforma n.148/1990, fondato sul gruppo docente e sulla suddivisione degli ambiti disciplinari.
2. C’è da rilevare, rispetto alle bozze precedenti, che questo vale non solo per le classi prime a.s. 2009/2010, ma anche per le altre classi. Le classi successive alla prima - dice il 4° comma dell’art.4 - funzionano secondo i seguenti modelli orari: a) 27 ore, secondo quanto previsto dal decreto lgs.n.59/2004 (Moratti), senza compresenze; b) 30 ore, comprensive delle attività opzionali-facoltative (decreto Moratti), senza compresenze e nei limiti dell’organico assegnato per l’a.s. 2008/2009. Questo vuol dire che in tutti i modelli orari, siano essi a 24, a 27 o a 30 ore, non essendo più previste le compresenze dei docenti, l’insegnante è unico e/o prevalente.
Di fatto il tempo scuola dei moduli (27-30 ore di scuola) resta ma cambia la sostanza, l’assetto organizzativo: non c’è più la pluralità docente, non c’è più il “modulo” (che attualmente riguarda il 75% delle classi di scuola elementare sul territorio nazionale). Questo è dunque il dato saliente, l’aspetto principale delle modifiche dell’assetto ordinamentale introdotte dal regolamento.
3. L’altra articolazione dell’orario prevista è quella delle 40 ore “corrispondenti” al tempo pieno, nei limiti dell’organico assegnato per l’a.s. 2008/09 (comma 4, art.4). Si precisa che le classi a tempo pieno sono attivate a richiesta delle famiglie, sulla base di uno specifico progetto formativo integrato e delle disponibilità di organico assegnate, nonché in presenza delle necessarie strutture e servizi. Per la determinazione dell’organico di dette classi è confermata l’assegnazione di due docenti per classe (comma 7, art.4). Da queste proposizioni si evincerebbe che è confermato l’organico del tempo pieno classico, tradizionale, vale a dire due docenti contitolari per classe di TP, compresenze incluse (tant’è che la legge n.176 del 25 ottobre 2007, ministro Fioroni, non solo non viene abrogata, ma viene espressamente richiamata tra i riferimenti legislativi in premessa). Ma sempre nello stesso comma si aggiunge che “le maggiori disponibilità di orario rispetto alle 40 ore del modello di tempo pieno sono utilizzate per una maggiore diffusione del tempo pieno medesimo”. Ora, cosa sono “le maggiori disponibilità di orario rispetto le 40 ore di scuola” dei bambini se non le 4 ore di compresenza dei due docenti che effettuano insieme un orario di servizio di 44 ore? Sembra pertanto che anche nel modello delle “40 ore” non siano più previste le compresenze e questo lascia pensare che verrà assegnato alle scuole (come già è accaduto a Milano qualche anno fa in epoca Moratti) un organico sufficiente a garantire le 40 ore di scuola agli alunni, al netto delle compresenze appunto. Naturalmente, anche qui, si ribadisce che a livello nazionale rimane confermato il numero dei posti attivati complessivamente per l’a.s. 2008/09.
4. Par di capire che il tempo pieno (senz’altro inteso come “40 ore”) verrà garantito come una sorta di riserva indiana, nei centri ove è presente. Si tratterà di vedere poi se senza o con le compresenze dei docenti, dato non irrilevante, essendo le compresenze un elemento essenziale del tempo pieno, il “valore aggiunto” che contraddistingue le migliori esperienze di questo modello scolastico consentendo attività di recupero per gruppi di alunni, classi aperte, attività laboratoriali, uscite didattiche, ecc.
5. In tutto questo bailamme un dato è certo. Il riferimento al DPR n.275 del 1999, Regolamento sull’autonomia scolastica, pur presente in premessa, di fatto è sostanzialmente ignorato e/o contraddetto. Il ministero non si limita ad assegnare alle scuole un organico docenti sulla base del tempo scuola che si intende effettuare, ma indica anche il modello didattico-organizzativo da adottare (il maestro prevalente). Questo rappresenta uno sconfinamento di campo evidente rispetto a quanto prevede il Regolamento sull’autonomia scolastica, secondo il quale è competenza esclusiva delle scuole stabilire le modalità di impiego dei docenti (organizzazione didattica, suddivisione degli insegnamenti e degli ambiti disciplinari, ecc.).
Insomma, siamo di fronte ad uno stravolgimento, ad un cambiamento radicale della scuola primaria, vale a dire proprio di quel segmento del nostro sistema di istruzione che ha dato prova in questi anni di funzionare bene secondo i vari indicatori di qualità a livello internazionale (si vedano, ultimi in ordine di tempo, i dati dell’indagine internazionale TIMSS sugli apprendimenti in matematica e scienze).
Il senso di tutto questo? E’ ben rappresentato da un’affermazione di qualche mese fa del ministro Tremonti: “Abbiamo un’ottima scuola primaria, ma è un lusso che non ci possiamo permettere”. Perché questa è la filosofia della “riforma” Gelmini.
Gianni Gandola, Federico Niccoli
http://scuolaoggi.org/index.php?action=detail&artid=4137
H.P. http://scuolaoggi.org
Questa volta occorre riconoscere che – per quanto riguarda la scuola primaria - molte nebbie si sono diradate e che le recenti dichiarazioni del ministro Gelmini hanno avuto un seguito. Ma vediamo di sottolineare, in sintesi, alcuni passaggi significativi.
1. Innanzi tutto è chiaro, in via definitiva, che “il tempo scuola della primaria è svolto secondo il modello dell’insegnante unico o prevalente che supera il precedente assetto del modulo e delle compresenze” (art.4, comma 3). Senza ombra di dubbio questo è il modello pedagogico di riferimento della scuola elementare. Si decreta pertanto la fine dell’organizzazione modulare, vale a dire del modello introdotto dalla legge di riforma n.148/1990, fondato sul gruppo docente e sulla suddivisione degli ambiti disciplinari.
2. C’è da rilevare, rispetto alle bozze precedenti, che questo vale non solo per le classi prime a.s. 2009/2010, ma anche per le altre classi. Le classi successive alla prima - dice il 4° comma dell’art.4 - funzionano secondo i seguenti modelli orari: a) 27 ore, secondo quanto previsto dal decreto lgs.n.59/2004 (Moratti), senza compresenze; b) 30 ore, comprensive delle attività opzionali-facoltative (decreto Moratti), senza compresenze e nei limiti dell’organico assegnato per l’a.s. 2008/2009. Questo vuol dire che in tutti i modelli orari, siano essi a 24, a 27 o a 30 ore, non essendo più previste le compresenze dei docenti, l’insegnante è unico e/o prevalente.
Di fatto il tempo scuola dei moduli (27-30 ore di scuola) resta ma cambia la sostanza, l’assetto organizzativo: non c’è più la pluralità docente, non c’è più il “modulo” (che attualmente riguarda il 75% delle classi di scuola elementare sul territorio nazionale). Questo è dunque il dato saliente, l’aspetto principale delle modifiche dell’assetto ordinamentale introdotte dal regolamento.
3. L’altra articolazione dell’orario prevista è quella delle 40 ore “corrispondenti” al tempo pieno, nei limiti dell’organico assegnato per l’a.s. 2008/09 (comma 4, art.4). Si precisa che le classi a tempo pieno sono attivate a richiesta delle famiglie, sulla base di uno specifico progetto formativo integrato e delle disponibilità di organico assegnate, nonché in presenza delle necessarie strutture e servizi. Per la determinazione dell’organico di dette classi è confermata l’assegnazione di due docenti per classe (comma 7, art.4). Da queste proposizioni si evincerebbe che è confermato l’organico del tempo pieno classico, tradizionale, vale a dire due docenti contitolari per classe di TP, compresenze incluse (tant’è che la legge n.176 del 25 ottobre 2007, ministro Fioroni, non solo non viene abrogata, ma viene espressamente richiamata tra i riferimenti legislativi in premessa). Ma sempre nello stesso comma si aggiunge che “le maggiori disponibilità di orario rispetto alle 40 ore del modello di tempo pieno sono utilizzate per una maggiore diffusione del tempo pieno medesimo”. Ora, cosa sono “le maggiori disponibilità di orario rispetto le 40 ore di scuola” dei bambini se non le 4 ore di compresenza dei due docenti che effettuano insieme un orario di servizio di 44 ore? Sembra pertanto che anche nel modello delle “40 ore” non siano più previste le compresenze e questo lascia pensare che verrà assegnato alle scuole (come già è accaduto a Milano qualche anno fa in epoca Moratti) un organico sufficiente a garantire le 40 ore di scuola agli alunni, al netto delle compresenze appunto. Naturalmente, anche qui, si ribadisce che a livello nazionale rimane confermato il numero dei posti attivati complessivamente per l’a.s. 2008/09.
4. Par di capire che il tempo pieno (senz’altro inteso come “40 ore”) verrà garantito come una sorta di riserva indiana, nei centri ove è presente. Si tratterà di vedere poi se senza o con le compresenze dei docenti, dato non irrilevante, essendo le compresenze un elemento essenziale del tempo pieno, il “valore aggiunto” che contraddistingue le migliori esperienze di questo modello scolastico consentendo attività di recupero per gruppi di alunni, classi aperte, attività laboratoriali, uscite didattiche, ecc.
5. In tutto questo bailamme un dato è certo. Il riferimento al DPR n.275 del 1999, Regolamento sull’autonomia scolastica, pur presente in premessa, di fatto è sostanzialmente ignorato e/o contraddetto. Il ministero non si limita ad assegnare alle scuole un organico docenti sulla base del tempo scuola che si intende effettuare, ma indica anche il modello didattico-organizzativo da adottare (il maestro prevalente). Questo rappresenta uno sconfinamento di campo evidente rispetto a quanto prevede il Regolamento sull’autonomia scolastica, secondo il quale è competenza esclusiva delle scuole stabilire le modalità di impiego dei docenti (organizzazione didattica, suddivisione degli insegnamenti e degli ambiti disciplinari, ecc.).
Insomma, siamo di fronte ad uno stravolgimento, ad un cambiamento radicale della scuola primaria, vale a dire proprio di quel segmento del nostro sistema di istruzione che ha dato prova in questi anni di funzionare bene secondo i vari indicatori di qualità a livello internazionale (si vedano, ultimi in ordine di tempo, i dati dell’indagine internazionale TIMSS sugli apprendimenti in matematica e scienze).
Il senso di tutto questo? E’ ben rappresentato da un’affermazione di qualche mese fa del ministro Tremonti: “Abbiamo un’ottima scuola primaria, ma è un lusso che non ci possiamo permettere”. Perché questa è la filosofia della “riforma” Gelmini.
Gianni Gandola, Federico Niccoli
http://scuolaoggi.org/index.php?action=detail&artid=4137
H.P. http://scuolaoggi.org
I PERCORSI DI FLESSIBILITA' DEL P.O.F.
I PERCORSI DI FLESSIBILITA'
Della scuola
Del sistema
Per affrontare le difficoltà
Per promuovere le eccellenze
Della scuola
Attraverso il Piano dell'offerta formativa l'autonomia costruisce le condizioni giuridiche, organizzative, professionali e di relazione per rendere flessibile l'attività educativa e per migliorarne così l'efficacia.
La flessibilità consente infatti di articolare il rapporto tra chi insegna e chi impara in forme non rigide e, quindi, di modellare la didattica sui modi e sui tempi di apprendimento dei giovani.
Tra le forme di flessibilità che le scuole possono adottare il Regolamento cita:
• l'articolazione modulare dell'orario annuale di ciascuna disciplina e attività
• la definizione di unità di insegnamento non coincidenti con l'unità oraria della lezione e l'utilizzazione degli spazi orari residui
• l'attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell'integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo, anche per alunni in situazione di handicap
• l'articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso
• l'aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari.
A queste si deve aggiungere la possibilità di realizzare compensazioni tra discipline e attività della quota nazionale del curricolo e quella di decidere le discipline e le attività di una parte del piano di studio obbligatorio.
L'insieme dei meccanismi di flessibilità che ciascuna scuola può inserire nel suo Piano dell'offerta formativa, e in particolare l'articolazione modulare del monte ore annuale delle discipline e dei gruppi di alunni, consentono di rispondere alle esigenze dei singoli allievi con maggiore efficacia rispetto al passato. I tempi dell'insegnamento possono essere infatti combinati per realizzare, tra l'altro, all'interno del normale orario curricolare
• specifici percorsi di
- accoglienza
- continuità
- orientamento e/o riorientamento
• fasi di insegnamento intensivo seguite da altre di appoggio
• attività laboratoriali pluridisciplinari
• diminuzione del numero delle discipline mediante la concentrazione del loro monte ore annuale in un solo quadrimestre.
In tal modo l'anno scolastico non è più l'unica unità di misura per programmare le fasi dell'insegnamento e dell'apprendimento.
A loro volta i gruppi di alunni possono essere articolati per realizzare, tra l'altro, all'interno del normale orario curricolare
• gruppi più grandi per le lezioni frontali
• gruppi più piccoli per le esercitazioni, il sostegno, il recupero, l'approfondimento
• gruppi temporanei di livello e/o di riallineamento
• gruppi di laboratorio
• gruppi per le discipline opzionali
• gruppi per le discipline facoltative
In tal modo la classe - che comunque non viene abolita e continua a rispondere al principio dell'integrazione di ciascun alunno - non è più l'unità di misura unica per organizzare i gruppi di apprendimento.
Del sistema
L'intero sistema di istruzione e formazione diviene più elastico per mettere i giovani in condizione di costruire piani di studio pienamente aderenti ai loro progetti di vita.
L'innalzamento dell'obbligo di istruzione, l'introduzione dell'obbligo formativo a diciotto anni e le nuove norme sulla formazione professionale e l'apprendistato hanno infatti delineato un vero e proprio sistema formativo integrato.
Gli studenti delle scuole superiori possono così spaziare tra istruzione, formazione professionale e mondo del lavoro componendo percorsi che realizzano le loro capacità e attese.
In particolare, attraverso specifici interventi di orientamento e riorientamento, le scuole possono
• agevolare, se necessario, il passaggio degli studenti dall'uno all'altro degli indirizzi della scuola secondaria superiore (è il cosiddetto sistema delle passerelle)
• organizzare percorsi anche integrati di istruzione e formazione
- nel sistema dell'istruzione scolastica
- nel sistema della formazione professionale di competenza regionale
- nell'esercizio dell'apprendistato.
L'introduzione dell'obbligo formativo fino a diciotto anni ha infatti modificato profondamente i rapporti tra istruzione e formazione professionale e, per questo motivo, anche quelli tra le scuole e i Servizi per l'impiego (i quali ultimi hanno di recente sostituito i vecchi Uffici di collocamento).
Il D.P.R. 12 luglio 2000, n. 257 prevede infatti, in primo luogo, una azione coordinata tra istituzioni scolastiche, centri di formazione professionale e Servizi per l'impiego volta a un'efficace opera di informazione e orientamento dei giovani. Inoltre esso stabilisce che "le conoscenze, competenze e abilità acquisite nel sistema della formazione professionale, nell'esercizio dell'apprendistato, per effetto dell'attività lavorativa o per autoformazione, costituiscono crediti per l'accesso ai diversi anni dei corsi di istruzione secondaria superiore".
I ragazzi in questo modo non perdono nulla di ciò che hanno capitalizzato nei loro percorsi di apprendimento. Naturalmente queste conoscenze, competenze e abilità devono ottenere di volta in volta il carattere ufficiale di veri e propri cre-diti. Per questo il D.P.R. 257/2000 disciplina la loro valutazione da parte di "apposite commissioni costituite, all'inizio di ciascun anno scolastico [...] presso le singole istituzioni scolastiche interessate o reti delle medesime istituzioni. Le commissioni sono composte da docenti designati dai rispettivi collegi dei docenti coadiuvate da esperti del mondo del lavoro e della formazione professionale tratti da elenchi predisposti dall'amministrazione regionale".
Con le nuove norme sull'obbligo formativo le scuole possono progettare percorsi formativi integrati da realizzare in convenzione con agenzie di formazione professionale o con altri soggetti, pubblici e privati, che abbiano le stesse caratteristiche. Si tratta di percorsi destinati a potenziare le capacità di scelta degli alunni e a consentire i passaggi tra il sistema di istruzione e quello della formazione professionale.
L'articolo 7 del D.P.R. 257/2000 definisce le tipologie fondamentali di questi percorsi integrati:
a. percorsi con integrazione curricolare realizzati sulla base di accordi con le Regioni e le Province, eventualmente personalizzati in relazione ad azioni, progetti o accordi internazionali, in esito ai quali si consegue il diploma di istruzione secondaria superiore e una qualifica professionale. La realizzazione di questa tipologia di percorsi è consentita dal comma 5 dell'art. 8 del Regolamento dell'Autonomia;
b. percorsi con arricchimento curricolare, realizzati cioè con l'aggiunta al curricolo di discipline e attività facoltative. Anche questa tipologia di percorsi richiede accordi con le Regioni e gli Enti locali e si avvale del supporto normativo del regolamento dell'Autonomia, in particolare del comma 2 dell'art. 9. In esito a questi percorsi si consegue il diploma di istruzione secondaria superiore e la certificazione di crediti spendibili nella formazione professionale.
Anche con questo tipo di integrazione la flessibilità del sistema consente di rispondere con efficacia ai problemi - diversi tra loro, ma ugualmente importanti - posti dal sostegno alle difficoltà e dalla promozione delle eccellenze.
Per affrontare le difficoltà
Nel Piano dell'offerta formativa ciascuna scuola mette a punto e descrive gli strumenti di flessibilità interna ed esterna destinati a rispondere alle difficoltà di apprendimento o ad altri disagi degli alunni. Le scuole possono così organizzare, tra l'altro, nel normale orario curricolare
• moduli di allineamento, paralleli a quelli delle varie classi, indirizzati a piccoli gruppi nei quali gli allievi, oltre a proseguire il normale programma di studio, sono guidati a lavorare sulle carenze individuali
• discipline e attività nelle quali gli alunni possono ottimizzare l'uso delle proprie capacità
• moduli di passaggio da un indirizzo a un altro della scuola superiore
• moduli di passaggio dal sistema di istruzione a quello della formazione professionale
• moduli di riallineamento per chi rientra nel sistema di istruzione.
Per promuovere le eccellenze
Nel Piano dell'offerta formativa ogni scuola definisce e illustra gli strumenti di flessibilità interna ed esterna destinati a promuovere il pieno sviluppo della personalità degli alunni e a valorizzarne le potenzialità. Le scuole possono così organizzare, tra l'altro, nel normale orario curricolare o nella quota facoltativa del curricolo
• moduli di approfondimento per gruppi di eccellenza
• moduli di riorientamento per la scoperta di specifiche vocazioni
• discipline e attività destinate a costruire crediti formativi aggiuntivi.
http://www.pubblica.istruzione.it/argomenti/autonomia/definisce/default.htm
Della scuola
Del sistema
Per affrontare le difficoltà
Per promuovere le eccellenze
Della scuola
Attraverso il Piano dell'offerta formativa l'autonomia costruisce le condizioni giuridiche, organizzative, professionali e di relazione per rendere flessibile l'attività educativa e per migliorarne così l'efficacia.
La flessibilità consente infatti di articolare il rapporto tra chi insegna e chi impara in forme non rigide e, quindi, di modellare la didattica sui modi e sui tempi di apprendimento dei giovani.
Tra le forme di flessibilità che le scuole possono adottare il Regolamento cita:
• l'articolazione modulare dell'orario annuale di ciascuna disciplina e attività
• la definizione di unità di insegnamento non coincidenti con l'unità oraria della lezione e l'utilizzazione degli spazi orari residui
• l'attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell'integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo, anche per alunni in situazione di handicap
• l'articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso
• l'aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari.
A queste si deve aggiungere la possibilità di realizzare compensazioni tra discipline e attività della quota nazionale del curricolo e quella di decidere le discipline e le attività di una parte del piano di studio obbligatorio.
L'insieme dei meccanismi di flessibilità che ciascuna scuola può inserire nel suo Piano dell'offerta formativa, e in particolare l'articolazione modulare del monte ore annuale delle discipline e dei gruppi di alunni, consentono di rispondere alle esigenze dei singoli allievi con maggiore efficacia rispetto al passato. I tempi dell'insegnamento possono essere infatti combinati per realizzare, tra l'altro, all'interno del normale orario curricolare
• specifici percorsi di
- accoglienza
- continuità
- orientamento e/o riorientamento
• fasi di insegnamento intensivo seguite da altre di appoggio
• attività laboratoriali pluridisciplinari
• diminuzione del numero delle discipline mediante la concentrazione del loro monte ore annuale in un solo quadrimestre.
In tal modo l'anno scolastico non è più l'unica unità di misura per programmare le fasi dell'insegnamento e dell'apprendimento.
A loro volta i gruppi di alunni possono essere articolati per realizzare, tra l'altro, all'interno del normale orario curricolare
• gruppi più grandi per le lezioni frontali
• gruppi più piccoli per le esercitazioni, il sostegno, il recupero, l'approfondimento
• gruppi temporanei di livello e/o di riallineamento
• gruppi di laboratorio
• gruppi per le discipline opzionali
• gruppi per le discipline facoltative
In tal modo la classe - che comunque non viene abolita e continua a rispondere al principio dell'integrazione di ciascun alunno - non è più l'unità di misura unica per organizzare i gruppi di apprendimento.
Del sistema
L'intero sistema di istruzione e formazione diviene più elastico per mettere i giovani in condizione di costruire piani di studio pienamente aderenti ai loro progetti di vita.
L'innalzamento dell'obbligo di istruzione, l'introduzione dell'obbligo formativo a diciotto anni e le nuove norme sulla formazione professionale e l'apprendistato hanno infatti delineato un vero e proprio sistema formativo integrato.
Gli studenti delle scuole superiori possono così spaziare tra istruzione, formazione professionale e mondo del lavoro componendo percorsi che realizzano le loro capacità e attese.
In particolare, attraverso specifici interventi di orientamento e riorientamento, le scuole possono
• agevolare, se necessario, il passaggio degli studenti dall'uno all'altro degli indirizzi della scuola secondaria superiore (è il cosiddetto sistema delle passerelle)
• organizzare percorsi anche integrati di istruzione e formazione
- nel sistema dell'istruzione scolastica
- nel sistema della formazione professionale di competenza regionale
- nell'esercizio dell'apprendistato.
L'introduzione dell'obbligo formativo fino a diciotto anni ha infatti modificato profondamente i rapporti tra istruzione e formazione professionale e, per questo motivo, anche quelli tra le scuole e i Servizi per l'impiego (i quali ultimi hanno di recente sostituito i vecchi Uffici di collocamento).
Il D.P.R. 12 luglio 2000, n. 257 prevede infatti, in primo luogo, una azione coordinata tra istituzioni scolastiche, centri di formazione professionale e Servizi per l'impiego volta a un'efficace opera di informazione e orientamento dei giovani. Inoltre esso stabilisce che "le conoscenze, competenze e abilità acquisite nel sistema della formazione professionale, nell'esercizio dell'apprendistato, per effetto dell'attività lavorativa o per autoformazione, costituiscono crediti per l'accesso ai diversi anni dei corsi di istruzione secondaria superiore".
I ragazzi in questo modo non perdono nulla di ciò che hanno capitalizzato nei loro percorsi di apprendimento. Naturalmente queste conoscenze, competenze e abilità devono ottenere di volta in volta il carattere ufficiale di veri e propri cre-diti. Per questo il D.P.R. 257/2000 disciplina la loro valutazione da parte di "apposite commissioni costituite, all'inizio di ciascun anno scolastico [...] presso le singole istituzioni scolastiche interessate o reti delle medesime istituzioni. Le commissioni sono composte da docenti designati dai rispettivi collegi dei docenti coadiuvate da esperti del mondo del lavoro e della formazione professionale tratti da elenchi predisposti dall'amministrazione regionale".
Con le nuove norme sull'obbligo formativo le scuole possono progettare percorsi formativi integrati da realizzare in convenzione con agenzie di formazione professionale o con altri soggetti, pubblici e privati, che abbiano le stesse caratteristiche. Si tratta di percorsi destinati a potenziare le capacità di scelta degli alunni e a consentire i passaggi tra il sistema di istruzione e quello della formazione professionale.
L'articolo 7 del D.P.R. 257/2000 definisce le tipologie fondamentali di questi percorsi integrati:
a. percorsi con integrazione curricolare realizzati sulla base di accordi con le Regioni e le Province, eventualmente personalizzati in relazione ad azioni, progetti o accordi internazionali, in esito ai quali si consegue il diploma di istruzione secondaria superiore e una qualifica professionale. La realizzazione di questa tipologia di percorsi è consentita dal comma 5 dell'art. 8 del Regolamento dell'Autonomia;
b. percorsi con arricchimento curricolare, realizzati cioè con l'aggiunta al curricolo di discipline e attività facoltative. Anche questa tipologia di percorsi richiede accordi con le Regioni e gli Enti locali e si avvale del supporto normativo del regolamento dell'Autonomia, in particolare del comma 2 dell'art. 9. In esito a questi percorsi si consegue il diploma di istruzione secondaria superiore e la certificazione di crediti spendibili nella formazione professionale.
Anche con questo tipo di integrazione la flessibilità del sistema consente di rispondere con efficacia ai problemi - diversi tra loro, ma ugualmente importanti - posti dal sostegno alle difficoltà e dalla promozione delle eccellenze.
Per affrontare le difficoltà
Nel Piano dell'offerta formativa ciascuna scuola mette a punto e descrive gli strumenti di flessibilità interna ed esterna destinati a rispondere alle difficoltà di apprendimento o ad altri disagi degli alunni. Le scuole possono così organizzare, tra l'altro, nel normale orario curricolare
• moduli di allineamento, paralleli a quelli delle varie classi, indirizzati a piccoli gruppi nei quali gli allievi, oltre a proseguire il normale programma di studio, sono guidati a lavorare sulle carenze individuali
• discipline e attività nelle quali gli alunni possono ottimizzare l'uso delle proprie capacità
• moduli di passaggio da un indirizzo a un altro della scuola superiore
• moduli di passaggio dal sistema di istruzione a quello della formazione professionale
• moduli di riallineamento per chi rientra nel sistema di istruzione.
Per promuovere le eccellenze
Nel Piano dell'offerta formativa ogni scuola definisce e illustra gli strumenti di flessibilità interna ed esterna destinati a promuovere il pieno sviluppo della personalità degli alunni e a valorizzarne le potenzialità. Le scuole possono così organizzare, tra l'altro, nel normale orario curricolare o nella quota facoltativa del curricolo
• moduli di approfondimento per gruppi di eccellenza
• moduli di riorientamento per la scoperta di specifiche vocazioni
• discipline e attività destinate a costruire crediti formativi aggiuntivi.
http://www.pubblica.istruzione.it/argomenti/autonomia/definisce/default.htm
venerdì 19 dicembre 2008
Scuole: partner del futuro
Con questo motto il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Federale Tedesca ha dato vita a un'iniziativa tesa a promuovere la lingua tedesca nel sistema educativo di altri Paesi.
L'iniziativa è finalizzata alla costruzione di una rete mondiale di scuole partner per promuovere nei giovani l'interesse per la Germania moderna, la sua società e la sua lingua.
1000 scuole dovranno fare parte di questa rete curata dalle due organizzazioni intermediarie, la Zentralstelle für das Auslandsschulwesen (Ufficio Centrale per i Rapporti con le Scuole Estere) e il Goethe-Institut.
In Italia, nel panorama del sistema scolastico-educativo, il Goethe-Institut si occuperà di tre scuole partner. Il Goethe-Institut coordinerà queste scuole e le sosterrà nella preparazione e nello sviluppo della loro offerta nell'ambito dell'insegnamento della lingua tedesca.
Il Goethe-Institut si occuperà in particolare di:
* Borse di studio da assegnare ad alunni e alunne per la frequenza di corsi di lingua in Germania
* Progetti e attività per alunne e alunni riguardanti l'insegnamento del tedesco/la Germania
* Dotazione di attrezzature e materiali per l'insegnamento della lingua tedesca
* Piattaforma di studio e pagina web interattiva per alunni
* Corsi di aggiornamento per insegnanti in Italia e borse di studio inerenti corsi di aggiornamento in Germania
Da parte loro, le scuole partner sono invitate a prendere in considerazione i seguenti punti:
* La scuola è attiva nell'ambito dell'insegnamento integrato della lingua tedesca o nell’ambito CLIL o si occupa di altri innovativi progetti pedagogici che possono essere sostenuti da quest’iniziativa.
* La scuola è disponibile a cooperare nell'ambito dell'iniziativa con le Scuole Medie all’interno del territorio in cui opera.
* La scuola sostiene l’organizzazione di corsi di aggiornamento e di attività scolastiche nell'ambito di quest'iniziativa.
* Sussiste la disponibilità di cooperare con un collaboratore del Goethe-Institut esperto nell'insegnamento della lingua tedesca.
Contatto: Doris Martorana
Goethe-Institut Rom
Via Savoia 15 00198 Roma
tel. +39 06 84400536
Mail didattica3@rom.goethe.org
http://www.goethe.de/Ins/it/lp/lhr/prj/psc/itindex.htm
Link utili: Scuole: partner del futuro U.R.L. ( http://www.pasch-net.de/ )
domenica 14 dicembre 2008
"La scuola ricomincia navigando", un nuovo progetto per l'uso sicuro del web a scuola
L'UNICEF sponsor dell'iniziativa del Comune di Roma
Roma, 25 settembre 2007 - "La scuola ricomincia navigando" è il nuovo progetto a sostegno della navigazione protetta dei minori sul web e della sicurezza informatica della Presidenza del Consiglio Comunale di Roma, in collaborazione con Polizia Postale e delle Comunicazioni, UNICEF Italia, SicuramenteWeb - l'iniziativa ideata da Microsoft Italia per riaffermare l'impegno dell'azienda "per un mondo digitale migliore" -, Newsgeneration (lo spazio di informazione di Radio 1 dedicato al mondo dei giovani), e l'Assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche del Comune di Roma.
Il progetto, presentato in occasione dell'apertura del nuovo anno scolastico, interesserà le scuole secondarie di primo grado del Comune di Roma, coinvolgendo insegnanti e studenti in attività didattiche e ludiche (tra cui anche la registrazione e la pubblicazione online di un video sul tema della navigazione in Internet), per promuovere - a partire proprio dai banchi di scuola - un uso consapevole e responsabile della Rete.
La presentazione al pubblico e alla stampa avverrà lunedì 1° ottobre 2007 presso l'Aula Giulio Cesare in Piazza del Campidoglio, sede del Comune di Roma, con inizio alle h. 11.
Interverranno:
Marco Verzaschi, Sottosegretario di Stato alla Difesa
Mirko Coratti, Presidente del Consiglio Comunale del Comune di Roma
Maria Coscia, Assessore alle Politiche Educative e Scolastiche del Comune di Roma
Domenico Vulpiani, Direttore del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni
Roberto Salvan, Direttore Generale dell'UNICEF Italia
Pierpaolo Taliento, Direttore Business & Marketing di Microsoft Italia
Alma Grandin, conduttrice di Newsgeneration - Radio 1 (moderatrice)
La conferenza stampa sarà preceduta, dalle h. 10 alle h. 10.45 e sempre all'Aula Giulio Cesare in Campidoglio, da una lezione inaugurale del progetto "La scuola ricomincia navigando" sui temi della sicurezza online, con il coinvolgimento attivo di alcuni studenti di scuola secondaria di primo grado.
http://www.unicef.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3679
Roma, 25 settembre 2007 - "La scuola ricomincia navigando" è il nuovo progetto a sostegno della navigazione protetta dei minori sul web e della sicurezza informatica della Presidenza del Consiglio Comunale di Roma, in collaborazione con Polizia Postale e delle Comunicazioni, UNICEF Italia, SicuramenteWeb - l'iniziativa ideata da Microsoft Italia per riaffermare l'impegno dell'azienda "per un mondo digitale migliore" -, Newsgeneration (lo spazio di informazione di Radio 1 dedicato al mondo dei giovani), e l'Assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche del Comune di Roma.
Il progetto, presentato in occasione dell'apertura del nuovo anno scolastico, interesserà le scuole secondarie di primo grado del Comune di Roma, coinvolgendo insegnanti e studenti in attività didattiche e ludiche (tra cui anche la registrazione e la pubblicazione online di un video sul tema della navigazione in Internet), per promuovere - a partire proprio dai banchi di scuola - un uso consapevole e responsabile della Rete.
La presentazione al pubblico e alla stampa avverrà lunedì 1° ottobre 2007 presso l'Aula Giulio Cesare in Piazza del Campidoglio, sede del Comune di Roma, con inizio alle h. 11.
Interverranno:
Marco Verzaschi, Sottosegretario di Stato alla Difesa
Mirko Coratti, Presidente del Consiglio Comunale del Comune di Roma
Maria Coscia, Assessore alle Politiche Educative e Scolastiche del Comune di Roma
Domenico Vulpiani, Direttore del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni
Roberto Salvan, Direttore Generale dell'UNICEF Italia
Pierpaolo Taliento, Direttore Business & Marketing di Microsoft Italia
Alma Grandin, conduttrice di Newsgeneration - Radio 1 (moderatrice)
La conferenza stampa sarà preceduta, dalle h. 10 alle h. 10.45 e sempre all'Aula Giulio Cesare in Campidoglio, da una lezione inaugurale del progetto "La scuola ricomincia navigando" sui temi della sicurezza online, con il coinvolgimento attivo di alcuni studenti di scuola secondaria di primo grado.
http://www.unicef.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3679
sabato 13 dicembre 2008
Seblogun blog sull'uso del software Sebina nell'ambito della Rete...
http://seblog.splinder.com/
Sebina OpenLibrary
Sebina OpenLibrary è una piattaforma avanzata e aperta, che supera le demarcazioni tipiche delle tradizionali soluzioni di gestione bibliotecaria e realizza un’infrastruttura di comunicazione e di servizi integrati fortemente orientata a raggiungere obiettivi concreti. Innovativa, è in grado di creare un significativo coinvolgimento del pubblico, di sensibilizzarlo ai molteplici aspetti della cultura e di rafforzare le azioni strategiche al fine di “produrre ricchezza” per le Istituzioni.
Con Sebina OpenLibrary è garantita l’interoperabilità, l’apertura, la visione organica e completa dei patrimoni presenti nei diversi luoghi della cultura (biblioteche, archivi, musei,…) e delle informazioni disponibili in rete, grazie all’indipendenza dalla diversità delle fonti ed al superamento delle barriere di comunicazione.
Sono favorite la creazione di informazioni in rete e la cooperazione fra istituzioni facilitando un approccio globale all’informazione e la realizzazione di progetti di convergenza.
La strategia innovativa di sviluppo di Sebina OpenLibrary si evidenzia nella sua articolazione in componenti che vengono dinamicamente assemblate in funzione della pluralità dei contesti operativi e strategici al fine di creare uno strumento modellato sulle esigenze dell’istituzione. Oltre a interagire fra loro, le componenti sono in grado di colloquiare con strutture esterne quali:
sistemi di back office bibliotecari, repository di oggetti digitali, e-commerce, depositi istituzionali, sistemi di autenticazione, etc.
L’istituzione seleziona, organizza ed attiva i Servizi per il Pubblico in base alle proprie strategie e ai diversi profili dell’utenza a cui è in grado di offrire, così, servizi differenziati. Ciascun utente, peraltro, dispone di un proprio spazio personalizzabile entro il quale interagire con l’istituzione e partecipare alla comunità degli utenti.
I Servizi per l'Istituzione supportano in modo completo ed integrato l'intero workflow delle attività bibliotecarie rispondendo ad ogni esigenza funzionale ed organizzativa della Biblioteca.
Dall'architettura sofisticata e dalla Tecnologia innovativa, Sebina OpenLibary supporta i principali Standard nazionali e internazionali.
Poiché Data Management ha progettato e realizzato tutte le componenti di Sebina OpenLibrary, sono garantite qualità di servizio, profonda conoscenza dell’applicazione, disponibilità ad effettuare personalizzazioni, implementazioni ed integrazioni con altri sistemi.
http://www.sebina.it/OpenLibrary2.htm
venerdì 12 dicembre 2008
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